Inutile girarci intorno: ogni volta che si pensa alla ristrutturazione di casa ci si chiede in che impresa ci si stia avventurando, soprattutto rispetto agli esborsi economici richiesti.
E se è possibile sapere solo approssimativamente quanto costano degli interventi di Ristrutturazione a Milano, a Napoli, a Roma, e in tutte le più grandi città d’Italia, perché troppe sono le variabili in gioco per determinarlo in maniera precisa, è possibile invece asserire senza paura di smentite che esistono delle detrazioni fiscali per la ristrutturazione di casa, che sono sicuramente un incentivo a realizzare questo tipo di operazioni.
Ristrutturazione casa e agevolazioni fiscali 2016
Fino al 31 dicembre 2016 chi ha intenzione di incrementare l’efficienza energetica della propria abitazione (ad esempio installando dei pannelli fotovoltaici) ha diritto ad una detrazione del 65% delle spese sostenute. Lo stesso dicasi per gli interventi di adeguamento antisismico, mentre per la ristrutturazione di casa le agevolazioni fiscali scendono al 36%.
Tuttavia, se i lavori di ristrutturazione sono stati eseguiti dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2016, la detrazione Irpef sale al 50%.
Aliquote iva per l’edilizia
Gli incentivi statali concernono i lavori di manutenzione (ordinaria e straordinaria).
In cosa differiscono? Mentre i primi consistono in opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione di quanto già esistente (che si tratti delle finiture degli edifici come porte e finestre, o degli impianti tecnologici come quello elettrico o di riscaldamento), i secondi, identificabili come manutenzione straordinaria, comprendono invece opere atte ad intervenire su parti strutturali oppure a realizzare ex novo dei servizi tecnologici.
E inoltre, mentre la manutenzione ordinaria non accede alla detrazione fiscale, con la manutenzione straordinaria è possibile godere degli incentivi statali per un ammontare del 50% delle spese (con un tetto massimo di 96mila euro per unità immobiliare).
E per quanto riguarda l’iva per la ristrutturazione edilizia? È prevista un’aliquota agevolata al 10% per le prestazioni di servizi relativi a interventi di manutenzione, ordinaria o straordinaria: ammettiamo ad esempio che su 10.000 euro di spesa totale per una ristrutturazione 4.000 siano per la prestazione lavorativa e 6.000 per l’acquisto di beni significativi, il 10% si calcolerà solo sulla manodopera, mentre sul residuo si applica l’IVA ordinaria del 21%.
Ma attenzione, perché perderete questi incentivi statali in caso acquistiate voi direttamente i materiali, o comunque deleghiate qualcuno di diverso da chi esegue i lavori.
Per interventi di restauro e risanamento conservativo invece, che sono volti a conservare e recuperare l’organismo edilizio nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali propri, è sempre prevista, senza alcuna data di scadenza, l’applicazione dell’aliquota Iva edilizia del 10%.
Stesso ammontare anche per l’IVA di interventi di frazionamento, visto che il Consiglio di Stato ha sentenziato che si tratta di un intervento di ristrutturazione, ma solo se il frazionamento è stato realizzato dal 12 novembre 2014 in poi, mentre per quelli realizzati prima sussiste l’IVA ordinaria.
La ripartizione della detrazione
La detrazione viene suddivisa in dieci quote annuali di pari importo, ma se la vostra età non è inferiore agli 80 anni e se le spese sono state sostenute entro il 31 dicembre 2011, la detrazione vi viene liquidata in tre rate annuali di pari importo (5 se avete 75 anni). Ma questa modalità di ripartizione del recupero spese non è prevista per gli inquilini e per le spese dal 1° gennaio 2012 in poi.
Attenzione però: gli inquilini non possono accedere, come detto, a queste tempistiche di restituzione, ma ciò non vuol dire che essi non usufruiscano della detrazione sulle spese di ristrutturazione, come tutti gli altri contribuenti assoggettati all’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), e quindi: proprietari, usufruttuari, locatari o comodatari, soci di cooperative, imprenditori individuali, etc.
Adempimenti per fruire della detrazione per ristrutturazione
Quali documenti produrre per richiedere la detrazione sulle spese di ristrutturazione? Per fortuna, negli ultimi anni sono stati semplificati e ridotti: così oggi non è più necessario mandare comunicazione di inizio lavori all’Agenzia delle Entrate, come non vige più l’obbligo di indicare il costo della manodopera, in maniera distinta, nella fattura emessa dall’impresa che esegue i lavori.
Quindi cosa resta da fare? Indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali che identificano l’immobile, insieme a: comunicazione all’Asl, fatture e ricevute comprovanti le spese sostenute, domanda di accatastamento (o dati del catasto, se l’immobile ne è già in possesso), ricevute di pagamento dell’imposta comunale, delibera di approvazione dell’esecuzione dei lavori (se si tratta di lavori che sono stati effettuati su parti comuni di edifici residenziali) e tabella millesimale di ripartizione delle spese.