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Come trovare la migliore impresa per ristrutturare casa in Lombardia

Giugno 21, 2019 By mirkonos_3ldh038b

Il rifacimento di una casa può essere uno degli argomenti al centro di dubbi ed incertezze, specialmente se, come è spesso normale che sia, non siamo del mestiere. In questo articolo cercheremo di approfondire la questione relativa alla ristrutturazione di una casa in Lombardia, cercando di individuare i giusti metodi per trovare la migliore impresa, e offriremo qualche spunto di riflessione su come risparmiare mirando sempre all’ottimo rapporto qualità prezzo.

 

Risparmiare è una delle parole che più spesso, al giorno d’oggi, siamo soliti utilizzare: in relazione alle spese della nostra quotidianità (acquisto abiti, accessori, spesa, oppure anche servizi), ed in relazione a spese meno ordinarie, ma anche molto esose come quelle relative alla ristrutturazione di una casa.

La ristrutturazione è infatti un investimento sicuramente importante, che però può essere ridotto in termini di denaro e di tempo, con i giusti metodi: uno tra questi consiste nella richiesta di preventivi, usufruendo di un portale come Edilnet.it, che ci offre tutte le soluzioni per individuare la migliore impresa edile specializzata nella ristrutturazione (oltre a molti altri consigli) semplicemente usufruendo dell’analisi tra preventivi di diverse aziende.

Grazie a questo efficiente ed interessante servizio saremo quindi totalmente in grado di valutare attentamente cosa offre la concorrenza: servizi uguali possono avere dei costi diversi, perché i fattori che incidono sul prezzo di un servizio sono variabili, e saperli analizzare e valutare attraverso un facile confronto è importante ed utile perché ci permette di risparmiare mirando sempre ad un ottimo rapporto tra qualità e prezzo.

Inoltre, oltre al portale di Edilnet orientato alla ricerca ed al confronto tra diversi servizi e professionisti, ci si può affidare anche a “blog.edilnet.it” per trovare utili idee e suggerimenti per la realizzazione della casa dei nostri sogni, a prezzi davvero concorrenziali.

 

I tre punti fondamentali per la ristrutturazione di una casa in Lombardia

Prima di pensare alla ristrutturazione vera e propria dell’immobile, è importante fare delle valutazioni che ci faranno investire del tempo iniziale, ma saranno fondamentali e molto utili per la giusta riuscita dell’intervento.

Il primo punto è il budget: dobbiamo fissare un massimo di spesa che possiamo affrontare, un limite oltre il quale non possiamo proprio permetterci di andare. Questo limite ci servirà a fare le giuste scelte individuando, insieme all’azienda ed al tecnico, prodotti e soluzioni che rispecchiano le nostre esigenze senza farci spendere oltre il possibile: avere questo limite è molto più facile anche per orientarsi nelle varie scelte di tutto ciò che concerne la ristrutturazione, come tipologie di pittura e pavimentazioni, mobili, decorazioni e quant’altro.

Il secondo punto è affidarsi al tecnico giusto, che saprà tradurre in realtà tutti i nostri desideri in fatto di ristrutturazione dell’immobile, attraverso uno specifico piano di progettazione che tenga conto:

  • a) Dei nostri desideri e delle nostre esigenze.
  • b) Delle reali fattibilità delle opere che abbiamo in mente di realizzare.
  • c) Del budget che abbiamo a disposizione.
  • d) Di eventuali permessi che saranno necessari per la realizzazione delle nostre opere.

E veniamo al terzo punto, che è proprio quello dei permessi e delle autorizzazioni: a seconda del tipo di intervento da fare, essi possono cambiare e quindi bisogna essere molto attenti su questo punto, onde evitare di commettere qualche spiacevole errore che potrebbe costarci caro, in termini di tempo, in termini di sanzioni e multe (e quindi di spese) ed anche in termini di blocco dei lavori. La migliore soluzione è quella di chiedere informazioni specifiche all’ufficio del proprio Comune preposto per i lavori edilizi e farsi comunque sempre supportare dal tecnico.

 

Come individuare la migliore impresa per la ristrutturazione di una casa in Lombardia

Una volta c’era il passaparola, ma oggi questo metodo (che può essere efficace per un’idea iniziale dei costi) appare comunque abbastanza superato.

Possiamo infatti usufruire di alternative molto valide, che fanno riferimento all’uso di Internet: in rete, infatti, possiamo reperire non solo informazioni e dettagli, o consigli per la ristrutturazione di un immobile anche in merito alle idee per gli arredi (come possiamo vedere sul blog di Edilnet), ma possiamo anche trovare recensioni da parte di utenti che hanno già usufruito di un servizio, visitare il profilo azienda di un’impresa ed il suo sito Internet e visionare con calma i lavori realizzati per capire se lo stile è quello che fa al caso nostro.

Va da sé, però, che un buon metodo per il reperimento di una valida impresa per la ristrutturazione di una casa in Lombardia, come altrove, è quello di usufruire di Edilnet: qui possiamo collegarci al servizio e chiedere, gratuitamente e senza impegno, un numero variabile di preventivi delle migliori imprese che si occupano del rifacimento e della ristrutturazione di un immobile. Preventivi alla mano, potremo fare i nostri confronti e le nostre valutazioni e scegliere, infine, l’azienda che ci sembra migliore sotto diversi profili, e quindi quella che ci comunica:

  • a) Maggiore affidabilità, anche grazie alla presenza di una vasta esperienza in materia.
  • b) Maggiore sicurezza e garanzia di un servizio qualificato e professionale, anche grazie alla presenza di più maestranze.
  • c) Trasparenza e serietà.
  • d) Il miglior rapporto qualità prezzo per lo stesso servizio.

 

Come poter risparmiare sulla ristrutturazione di una casa in Lombardia

I prezzi relativi agli interventi di ristrutturazione possono essere variabili, e questo è il motivo sostanziale per cui spesso è importante richiedere 3 o 4 preventivi da analizzare: su Edilnet.it questo è possibile, grazie ad un confronto veloce ed efficace, che sicuramente non ci deluderà e che ci porterà ad ottenere un buon risparmio. Almeno rispetto a coloro che scelgono una sola impresa, senza valutare le possibili alternative.

Inoltre, è anche possibile risparmiare, sempre puntando al miglior rapporto qualità prezzo, affidandosi ai cosiddetti bonus sulle ristrutturazioni ed alle agevolazioni fiscali che ci consentono di detrarre dalle spese affrontate una percentuale variabile, a seconda dell’entità e dei tipi di interventi eseguiti.

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Quanto costa un capannone prefabbricato

Maggio 9, 2018 By mirkonos_3ldh038b

Le costruzioni prefabbricate sono in grado di soddisfare una molteplicità di esigenze, grazie a sistemi costruttivi diversi e integrabili: è dunque interessante disporre di un criterio di preventivazione del costo di un capannone prefabbricato che tenga conto del materiale impiegato, del carattere mobile o fisso della costruzione, della forma e dimensione, della collocazione (con particolare riguardo al livello di sismicità della zona), della necessità di esecuzione di opere di impermeabilizzazione, coibentazione e isolamento, di pavimentazione industriale e di installazione di infissi di grande luce, e non da ultimo della destinazione d’uso, e cioè sostanzialmente che si tratti di un capannone prefabbricato agricolo o industriale.

 
Quanto costa un capannone prefabbricato

Gli edifici prefabbricati si avvalgono, oltre che di componenti speciali, anche di elementi strutturali generali:

  • Struttura in elevazione: pilastri, travi, solai, tegoli, gronde, converse, elementi accessori
  • Fondazioni: plinti di fondazione e travi di collegamento
  • Elementi di completamento: pannelli di tamponamento, pavimentazioni (fortemente dipendenti dalla destinazione specifica dell’edificio, ma tutte costituite da una soletta di calcestruzzo armato su cui si possono applicare strati di resina epossidica che tengono conto dei livelli di finitura richiesti per le applicazioni ordinarie o speciali), portoni.

 

Dunque, un preventivo per i costi necessari alla realizzazione di un capannone prefabbricato deve riportare i singoli prezzi di:

  • struttura in elevazione
  • pannelli di tamponatura
  • fondazioni
  • trasporto
  • montaggio
  • pavimentazione industriale
  • portoni industriali di testata.

 

Per quanto concerne il costo della struttura in elevazione di un capannone prefabbricato esso viene dato dalla somma della superficie coperta, del costo della struttura riferito all’unità di superficie dell’edificio tipo, della sismicità della zona di impianto, del surdimensionamento richiesto per l’uso di carroponte, dell’altezza del fabbricato.

 

Per quello che attiene le fondazioni di un capannone prefabbricato, la cui tipologia e dimensionamento dipendono da fattori di natura geotecnica che non possono essere generalizzati e che richiedono quindi una preventiva valutazione da parte di esperti (che deve essere anch’essa quantificata economicamente), va considerata anche la prassi esecutiva dei lavori di fondazione (prove, scavi, posa, etc.) affidati ad imprese terze rispetto ai produttori degli elementi prefabbricati, le quali intervengono a piè d’opera.

 

Passando alla pavimentazione industriale di un capannone prefabbricato, le soluzioni disponibili, come detto, sono svariate e correlate alla destinazione specifica dell’edificio: esse contemplano sempre una soletta di calcestruzzo di spessore variabile, con un’armatura in rete elettrosaldata di piccolo diametro a maglia quadrata.

 

La finitura standard prevede il cosiddetto spolvero di quarzo, ma finiture di livello superiore possono eseguirsi con uno strato di pastina di quarzo, che aumenta durezza e resistenza (ma anche il prezzo di mercato di un 25/30%).

 

Ulteriori trattamenti, a seconda dei casi, permettono di ottenere pavimentazioni antipolvere, ad elevata resistenza, antisdrucciolo, antiacido, etc.

 

Al di là di tutte le differenze, il costo della pavimentazione di un capannone prefabbricato deve tenere sempre conto del prezzo della messa in opera, del costo della soletta in calcestruzzo ordinario con armatura in rete elettrosaldata, e di eventuali trattamenti superficiali con resine (ipotizzando un’applicazione standard).

 

E chiudiamo con l’ultima voce che entra in un preventivo spesa per la realizzazione di un capannone prefabbricato, il portoni di accesso: le loro dimensioni dipendono dall’ingombro dei mezzi di trasporto che per essi dovranno transitare, ma in linea generale l’altezza ammonta a 6 metri e la larghezza a 20; la tipologia può essere ad ante scorrevoli o incernierate (a libro); talvolta prevedono opzioni funzionali (motorizzazione, coibentazione, ecc.) e di sicurezza (bordi sensibili, luci di segnalazione, cellule fotoelettriche, porte pedonali, guide interrate ecc.).

 

Per il costo dei portoni dei capannoni prefabbricati bisogna considerare il prezzo unitario della soluzione base (comprensivo del montaggio), la superficie del portone, le dotazioni funzionali e di sicurezza.

 

E concludiamo con una domanda molto esplicita: quanto costa realizzare un capannone di 1.000 metri quadrati?

La risposta in questa dettagliata tabella:

Terreno
Per costruire un capannone serve un lotto di almeno 2.000 metri quadrati (edificabilità 50% della superficie)min 40 €/mq – max 70 €/mq
Aree speciali (con carro ponte, fondazioni a grande portata, e tecnologia avanzata)100 €/mq
Totale280mila-340mila
Spese tecniche e di progetto
Competenzemin 15 €/mq – max 20 €/mq
Aree speciali25 €/mq
Totale40mila-45mila
Struttura prefabbricata
Ammontaremin 200 €/mq – max 280 €/mq
Aree speciali300 €/mq
Totale500mila-580mila
Finiture interne
Ammontaremin 250 €/mq – max 300 €/mq
Aree speciali350 €/mq
Totale600mila-650mila
Sistemazioni esterne
Tra camminamenti, marciapiedi, piazzali e parcheggiMin 25 €/mq max 35 €/mq
Aree speciali50 €/mq
Totale37mila-42mila

 

Totali
Min – max per mq557,50 – 757,50557.500 – 757.500
Aree speciali900 mq900.000
Somma1.457.500 – 1.657.500

Per ulteriori informazioni sui prezzi di prefabbricati vi rimando a questo articolo: https://www.quotalo.it/guide/capannoni-prefabbricati-prezzi

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Quando un lavoro si qualifica come manutenzione ordinaria e quando straordinaria

Marzo 29, 2018 By mirkonos_3ldh038b Lascia un commento

Qualificare come manutenzione ordinaria piuttosto che manutenzione straordinaria un intervento di ristrutturazione edilizia non è cosa ininfluente, dal momento che dalla tipologia di lavoro edile dipende: il tipo di permessi da richiedere al Comune; l’IVA applicabile sulla fornitura dei materiali e sulla manodopera; la possibilità di accedere ad incentivi statali e locali o a detrazioni fiscali; l’eventuale contributo di costruzione da versare.

Nella tabella che segue riportiamo le indicazioni del Testo Unico Edilizio che, dopo aver individuato sei categorie di intervento: 1) manutenzione ordinaria, 2) manutenzione straordinaria, 3) restauro e risanamento conservativo, 4) ristrutturazione edilizia, 5) nuova costruzione e 6) ristrutturazione urbanistica, annovera:

Tra i lavori di manutenzione ordinaria
  • la tinteggiatura di pareti e soffitti
  • la sostituzione di pavimenti
  • la sostituzione di infissi esterni
  • il rifacimento di intonaci
  • la sostituzione di tegole e rinnovo delle impermeabilizzazioni
  • la riparazione o sostituzione di cancelli o portoni
  • la riparazione delle grondaie
  • la riparazione delle mura di cinta
  • il rifacimento dei sanitari del bagno (oppure l’aggiunta di un lavabo o la sostituzione delle piastrelle)
  • il rifacimento dell’impianto elettrico
  • l’aggiunta di una lampada a muro
  • etc.
Tra i lavori di manutenzione straordinaria
  • l’installazione di ascensori e scale di sicurezza;
  • la realizzazione dei servizi igienici;
  • la sostituzione di infissi esterni con modifica di materiale o tipologia di infisso;
  • il rifacimento di scale e rampe;
  • la realizzazione di recinzioni, muri di cinta e cancellate;
  • la costruzione di scale interne;
  • la sostituzione dei tramezzi interni senza alterazione della tipologia dell’unità immobiliare
  • i lavori di risparmio energetico, come sostituzione della caldaia, installazione di pannelli solari termici per l’acqua calda sanitaria o di pannelli fotovoltaici
  • le opere di consolidamento statico
  • il rifacimento integrale dei servizi igienici
  • la modifica integrale dell’impianto idrico, elettrico e/o sanitario
  • etc.
Tra i lavori di ristrutturazione edilizia
  • la modifica della facciata;
  • la realizzazione di una mansarda o di un balcone;
  • l’apertura di nuove porte e finestre;
  • la trasformazione della soffitta in mansarda o del balcone in veranda;
  • la costruzione di servizi igienici in ampliamento delle superfici o dei volumi esistenti
Tra i lavori di restauro e risanamento conservativo
  • l’adeguamento delle altezze dei solai nel rispetto delle volumetrie esistenti;
  • il ripristino dell’aspetto storico-architettonico di un edificio.

Da quanto detto si evince che per manutenzione ordinaria si intendono quei lavori di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici (porte, finestre, pavimenti, etc.) e tutti quelli volti ad integrare e a mantenere l’efficienza degli impianti tecnologici esistenti (come quello di riscaldamentoo l’impianto elettrico); quando invece un intervento comporta una vera e propria innovazione rientra nella categoria nella manutenzione straordinaria.

Quando un lavoro si qualifica come manutenzione ordinaria e quando straordinaria

Come si diceva, non si tratta di una differenza trascurabile, dal momento che, ad esempio, i lavori di manutenzione ordinaria non hanno bisogno di alcuna autorizzazione edilizia, mentre gli interventi di manutenzione straordinaria, che comportano la sostituzione di parti strutturali dell’edificio, devono essere segnalati all’Ufficio Tecnico Comunale, accompagnati da una Denuncia di inizio attività (DIA) firmata dal proprietario o dall’avente diritto e asseverata da un tecnico abilitato (anche se attualmente la sostituzione degli infissi esterni e lo spostamento dei tramezzi, e in generale tutti quelli che non coinvolgono le parti strutturali dell’edificio, possono essere eseguiti senza titolo abilitativo, semplicemente inviando all’amministrazione comunale il progetto e la comunicazione di inizio lavori –CILA– sempre asseverata).

Considerate però sempre che la schematizzazione che vi abbiamo fornito è solo una summa, dunque se volete essere sicuri di quando un lavoro si qualifica come manutenzione ordinaria e quando straordinaria vi consigliamo di consultare una delle nostre aziende, che sicuramente saprà dare utii consigli su come agire.

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Quanto costano gli infissi in alluminio al mq?

Gennaio 15, 2018 By mirkonos_3ldh038b

Gli infissi in alluminio presentano una serie di caratteristiche vantaggiose e adatte alle nostre esigenze, capaci di conferire tutto il comfort e il benessere di cui abbiamo bisogno nella nostra casa.

L’alluminio è un materiale molto robusto e resistente, una garanzia per la nostra sicurezza, ma allo stesso tempo è un materiale molto elegante, leggero, versatile e adatto ad ogni ambiente.

Gli infissi in alluminio solitamente vengono preferiti e scelti per ambienti lavorativi ma si prestano comunque a essere utilizzati anche negli ambienti casalinghi.

Infissi alluminio prezzi

Esempi di prezzi

Stabilire con certezza il prezzo degli infissi in alluminio non così semplice, ci sono una serie di elementi che vanno considerati come ad esempio il montaggio, il trasporto, chiaramente la qualità del prodotto e dalle dimensioni della finestra.

Solitamente per una superficie di 1,5mq, considerando tutti questi fattori, il prezzo si aggira intorno ai 400 – 600 euro.

Il costo è leggermente più alto rispetto a infissi in pvc, perché essendo più resistenti e duraturi sono in grado sia di sorreggere vetrate di grandi dimensioni sia di permanere nel tempo. Acquistare infissi in alluminio è sicuramente da considerarsi un investimento a lungo termine insieme ad altri vantaggi che l’alluminio comporta.

Quali sono i vantaggi degli infissi in alluminio?

Gli infissi in alluminio, inoltre, se montati bene e se di ottima qualità conferiscono un maggior comfort nel proprio ambiente evitando dispersioni termiche. Mantengono un buon isolamento termico e acustico.

La scelta degli infissi infatti è di fondamentale importanza poiché avendo il compito di isolare e mantenere l’ambiente a una temperatura stabile incidono sui consumi del riscaldamento.

Il più grande vantaggio che si trae dalla capacità di isolamento infatti è proprio questo: un netto risparmio. Isolamento termico è infatti sinonimo di risparmio energetico. Se la casa è ben isolata e gli infissi non permettono l’introdursi di “spifferi” non c’è la necessità di eccedere nell’uso sia del riscaldamento né degli impianti di climatizzazione arrivando così ad abbattere le spese delle bollette energetiche fino al 30% in meno.

Detrazione fiscale 2018

Con l’arrivo del 2018 e con la nuova Legge di Stabilità vengono confermati anche i nuovi incentivi e bonus per la casa.

L’Ecobonus Casa 2018 è un’agevolazione fiscale che aiuta e incoraggia tutti gli interventi casalinghi per la riqualificazione energetica.

Per il 2018 la detrazione fiscale per le spese di sostituzione di infissi e finestre scende al 50% (non più 65% come l’anno passato) su una spesa massima di 60.000 euro.

Tutti potranno usufruire dell’Ecobonus 2018. Privati residenti e privati non residenti, i titolari di impresa che sono in possesso sia della Partita IVA sia dell’immobile che necessita degli interventi per la sostituzione degli infissi.

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Prezzi di un’imbiancatura: differenze e voci che incidono…

Ottobre 30, 2017 By mirkonos_3ldh038b

Molti sono indotti a credere che i prezzi di un’imbiancatura, a volta non esattamente abbordabili, giustifichino il ricorso al fai-da-te, cosa reale in linea di principio, ma che potrebbe trarre in inganno in merito alla semplicità del lavoro da svolgere: è vero che non si tratta di alcunché di proibitivo, ma esistono delle regole da rispettare, oltre chiaramente a un principio fondante e immancabile, e cioè una certa propensione per le attività manuali. 

Calorifero verniciato di blu

Come imbiancare una stanza: la preparazione delle superfici murarie

Tra le norme cui si accennava in precedenza: l’attinenza alla successione degli step, che prevedono, prima di cominciare la vera e propria imbiancatura delle pareti, che esse vengano preparate.

Trattare i muri serve a dipingere in modo uniforme e duraturo, ma sussistono delle differenze.
Se si interviene su pareti nuove, con intonaco appena ultimato, bisogna posticipare la tinteggiatura interna di almeno 30 giorni, di modo che l’umidità evapori completamente: nel caso in cui l’intonaco risultasse granuloso, dovremo procedere innanzitutto alla stuccatura dei muri, al fine di livellare screpolature e imperfezioni, e poi ricorrere alla pittura isolante; allo stucco bisognerà ricorrere anche in caso di intonaco a gesso, materiale tenero e facilmente graffiabile.

Qualora i muri fossero invece già tinteggiati o tappezzati bisogna impegnarsi in una preparazione preliminare alla nuova imbiancatura delle pareti: converrà bagnare il muro con acqua calda o prodotti appositi e grattare il vecchio colore con una spatola. Tuttavia, nel caso in cui la tinteggiatura precedente fosse ancora in buono stato, si potrebbe soprassedere a questi passaggi, a patto però che i due prodotti siano compatibili tra loro (basti pensare ad esempio che se si volesse passare da un rosa pastello a un marrone cioccolato non ci sarebbero problemi, mentre più difficoltoso sarebbe l’inverso): in caso contrario si dovrà comunque eliminare lo strato sottostante adoperando un raschietto o una spazzola metallica o una spugna con acqua tiepida o ancora una spatola (ad esempio per pareti dipinte a tempera).

Se il sostrato è un’idropittura, bisognerà prima raschiare ad umido e poi stuccare, passare l’isolante e procedere infine con la tinteggiatura interna.

Parete da preparare per verniciare

Qualora invece sulle pareti fosse presente della tappezzeria si potrà passare direttamente la vernice, ma solo nel caso in cui questa sia in buono stato e non presenti strappi o scollature, perché altrimenti si dovrà rimuoverla.
Se è tutt’altro che semplice rispondere alla domanda su quanto costa imbiancare, e via via ne specificheremo anche le motivazioni, è chiaro che pure la preparazione delle pareti incide sui costi conclusivi di un’imbiancatura.
Di seguito una schematizzazione dei Prezzi al mq per la preparazione delle pareti interne: 

  • Raschiatura vecchie tinte o carta da parati: da 3 a 9 €/mq
    Posizionamento, stuccatura carteggiatura rete per fessure: da 5 a 10 €/ml
  • Posa rete per intonaco, rasata con specifica malta adesiva: tra 6 e 10 €/mq
  • Posa paraspigoli metallici con specifica malta adesiva: da 5 a 9 €/ml
  • Rasature soffitti e pareti: due passate da 6 a 12 €/mq; tre passate da 8 a 16 €/mq
  • Carteggiata soffitti e pareti: 1,5 €/mq (circa)
  • Applicazione fissativo acrilico: 1,5 €/mq (circa).

Ergo: più i muri si presentano in cattivo stato, più sono presenti vecchi parati da rimuovere, più una casa presenta problemi di muffa e richiede quindi trattamenti specifici, più i prezzi dell’imbiancatura salgono.

Le fasi successive della tinteggiatura

Dopo la preparazione delle pareti, ma prima di passare alla tinteggiatura vera e propria, bisogna:

  • liberare la stanza dalla mobilia (magari collocandola temporaneamente al centro)
  • proteggere zoccoli, battiscopa, interruttori, stipiti e prese di corrente con nastro adesivo, e pavimenti e mobili con teli di plastica e vecchi giornali.

Fatto questo:

  1. si diluisce la pittura con acqua o acqua ragia (a seconda del tipo)
  2. si immerge il rullo nella pittura, passandolo più volte su una griglia di plastica per eliminare il colore in eccesso
  3. si stende la vernice in obliquo, dall’alto verso il basso, lentamente e senza pressione eccessiva, cercando di non sovrapporre le rullate
  4. si rifiniscono angoli e particolari con pennelli di grandezza adeguata
  5. si lascia asciugare per almeno 12 ore aerando il locale
  6. si passa una seconda mano, questa volta in verticale anziché in obliquo
  7. si rifinisce nuovamente.

Chiaramente ad incidere sul preventivo per l’imbiancatura saranno anche le tipologie di prodotti scelti e i colori per i quali si è optato (perché, forse stenterete a crederci, i prezzi della tinteggiatura variano anche a seconda che si tratti di toni chiari, generalmente ammontanti a 5-8 euro a metro quadro, piuttosto che toni decisi, che variano dai 7 ai 10 euro; valutazioni che crescono ulteriormente se si tratta di smalti murali, che costano tra gli 8 e i 12 euro per quelli chiari, e i 10 e i 14 per quelli scuri), e questo sia che si proceda autonomamente che si interpelli un imbianchino a Milano, Roma o Napoli, o qualsiasi altra città nella quale si risieda (tenendo in considerazione che mediamente i costi di un imbianchino a Milano e nelle altre città del Nord sono leggermente più alti di quelli inclusi nel preventivo di spesa di un professionista del Sud).

Li abbiamo citati, e quindi apriamo una parentesi riguardante i colori: essi non andrebbero scelti solo in base al gusto personale, ma anche considerando che i toni di una parete incidono sulla luminosità di un ambiente, dal momento che quelli scuri assorbono la luce, mentre quelli chiari la riflettono, contribuendo ad amplificare gli spazi. 

colori imbiancatura camera da letto

Di seguito riportiamo una tabella coi Prezzi al mq delle tinteggiature interne, escluse le rasature delle pareti, ricordando che si tratta di costi approssimativi e di massima: 

Tinteggiatura a tempera, semilavabile

3,5 – 5,5 €/mq

Tinteggiature a pittura coprifumo

8 -12 €/mq

Tinteggiature a pittura antimuffa

7-13 €/mq

Tinteggiature a pittura anticondensa antimuffa

8-15 €/mq

Tinteggiature a pittura elastomerica antifessurazione interni/esterni colori chiari

8-14 €/mq

Tinteggiature a pittura elastomerica antifessurazione interni/esterni colori forti

10-16 €/mq

Temperatura, lavabile, anticondensa: quale vernice comprare?

Dipende dalla stanza: in soggiorno e camera da letto è indicata l’idropittura, a base d’acqua, atossica e facile da pulire, che però soffre la presenza dell’umidità, per cui è sconsigliata per bagno, cantina e cucina (in questi ambienti meglio optare per l’idropittura traspirante, che non forma condensa); sconsigliata per tinteggiare gli interni di una casa la pittura acrilica che, per quanto bella, ha un odore pungente, può essere tossica ed è difficile da pulire; suggerite (sebbene costose) le pitture isolanti, che aumentano l’isolamento termico e acustico.

Tecnica pittorica dello stucco veneziano

Eppure, il prezzo al metro quadro delle tinteggiature non dipende solo dal tipo di prodotto scelto, ma anche dalla lavorazione per la quale si è optato:

  • la Velatura, realizzabile con vari attrezzi (pennello, foglio di giornale, straccio, etc.) coi quali uno strato di colore fresco viene steso sottilmente sopra un altro già asciutto, in modo da lasciare trasparire quello sottostante, ottenendo così un effetto movimentato e tridimensionale
  • lo spugnato, che come lascia intuire il nome, si esegue con una spugna, secondo due procedimenti (a mettere, nel quale il colore viene applicato direttamente sul muro picchettando con la spugna, e a levare, che consiste nel togliere la pittura con il diluente mentre ancora è fresca)
  • il tamponato: i due strati di pittura saranno della stessa gamma, ma con toni diversi, e prima di essi verrà stesa anche una mano di fissativo e di primer acrilico.

Il costo di ognuna di queste tecniche varia dagli 8 ai 20 euro al metro quadro: la forbice dipende anche dal fatto che si propenda per:

  • Velature bicolore: 11-17 €/mq
  • Velature perlescenti o con riflessi metalici: 11-17 €/mq

Altre lavorazioni particolari possono richiedere un budget ancora maggiore:

Terre fiorentine classiche

15-20 €/mq

Terre fiorentine iridescenti, perlescenti

16-22 €/mq

Stucco veneziano, antico, spatolato, senza mano di cera

24-30 €/mq

Marmorino di calce, senza mano di cera

27-35 €/mq

Per farsi invece un’idea dei Prezzi al mq per pitture e decorazioni esterne leggete lo specchietto seguente (i costi si intendono escluse rasature delle pareti e si ricorda che rappresentano una forbice di quelli reperiti sul mercato): 

Tinteggiatura al quarzo

5-10 €/mq

Tinteggiatura silossanica

6-10 €/mq

Tinteggiatura ai silicati

6-11 €/mq

Pittura a base di calce

7-10 €/mq

Velature silossaniche per esterni

8-15 €/mq

Marmorino per esterni

28-35 €/mq

E’ chiaro poi che ad incidere sul budget per ridipingere sono anche i metri quadri da coprire, nel senso che la spesa per una singola stanza avrà un’entità ben diversa dalla ritinteggiatura dell’intero appartamento: ma, se ci si occupa da soli del lavoro, quanta pittura bisognerà comprare? 
Per saperlo è sufficiente moltiplicare la larghezza della parete per l’altezza della casa, ripetendo per ogni parete e per ogni singolo colore, moltiplicando a sua volta il risultato per due (che sarebbero le mani di colore necessarie), e prevedendo un surplus che va dal 10 al 20% di tinta in più (per ovviare agli eventuali errori).

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Cambiare colore ai complementi: verniciare le porte interne e i caloriferi

Verniciatura porte interne

Quando vi informate circa i costi di un imbianchino a Milano, soprattutto nel caso in cui ne necessitiate per dei lavori di ristrutturazione, ricordate di farvi inserire anche le spese per verniciare le porte interne.
Il lavoro prevedrà una serie di step:

  • la rimozione della porta dai cardini
  • la rimozione di maniglie e pomelli (o in alternativa la protezione con nastro adesivo)
  • il carteggio con carta vetrata (ma nel caso in cui la porta sia stata già verniciata il vecchio strato va rimosso con uno sverniciature chimico oppure con una levigatrice rotorbitale).
  • l’applicazione di stucco da legno, per riempire eventuali fessure
  • l’essiccazione
  • la levigazione delle superficie con carta vetro, per appianare le irregolarità.

E se la porta fosse piuttosto vecchia e la vernice difficile da rimuovere, si potrà adoperare un cannello a gas di piccole dimensioni col quale bruciarla, aiutandosi con una spatola man mano che la vernice si scioglie con il calore. Fatto questo si interverrà con una piallatrice.
Dopo questa preparazione si procederà applicando la vernice con andamento lineare evitando striature e sovrapposizioni, rifinendo bordi o riquadri con un pennello sottile, e procedendo ad una seconda mano.
Per quanto concerne invece la verniciatura dei caloriferi, lavoro che però può tranquillamente essere fatto da sé, bisogna:

  • smontate il termosifone
  • grattare le parti arrugginite e irregolari con una carta vetrata spessa
  • rimuovere le eventuali eccedenze di vernice vecchia
  • pulire il calorifero con acqua calda e ammoniaca, oppure con acqua e aria compressa
  • dare una mano di smalto antiruggine (o anche due)
  • procedere alla verniciatura (dopo 24 ore) stendendo in modo uniforme la vernice
  • unificare il lavoro, dopo altre ventiquattro, carteggiando con grana molto fine, pulendo ed applicando una seconda mano (questo ultimo step è opzionale).

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Sicurezza sul lavoro: cantieri edili

Luglio 18, 2017 By mirkonos_3ldh038b

  • Rendere facilmente visibile l’accesso e la recinzione del cantiere
  • predisporre coperture a difesa dalle intemperie
  • curare le condizioni di rimozione dei materiali pericolosi
  • prevedere un metodo di accatastamento di materiali o attrezzature che ne impedisca il crollo o il ribaltamento
  • curare che lo stoccaggio e l’evacuazione dei detriti e delle macerie avvenga correttamente
  • redigere il piano operativo di sicurezza.

Foto articolo sicurezza nei cantieri

Queste sono solo alcune delle norme di sicurezza nei cantieri edili, riportate nel Testo unico per la sicurezza sul lavoro, che, se applicate, garantiscono ambienti di lavoro meno rischiosi.

Attività edili: cantieri temporanei o mobili

Il Testo succitato, dopo aver specificato che ricadono nella categoria dei cantieri temporanei o mobili tutti quei luoghi in cui vengono svolti dei lavori edili o di ingegneria edile (che comprendono quindi costruzione, manutenzione, riparazione, demolizione di opere in muratura, in cemento, in metallo, in legno o in altri materiali: in buona sostanza quello di cui ci occupiamo noi di Ristrutturazioni Milano), introduce due nuovi soggetti:

  • il responsabile dei lavori
  • il coordinatore per l’esecuzione dei lavori;

e una serie di obblighi del committente o del responsabile dei lavori:

  • una pianificazione e progettazione che tenga conto degli spazi e delle tecniche necessarie alla tutela dei lavoratori del cantiere;
  • la nomina del CSP, se all’interno del cantiere opera più di un’impresa;
  • la constatazione dell’idoneità tecnica professionale dei lavoratori forniti dalle imprese;
  • la comunicazione all’amministrazione comunale di appartenenza, insieme alla denuncia di inizio attività (DIA), dei nominativi delle imprese che svolgono i lavori;
  • la nomina del CSE, se le imprese che eseguono i lavori sono più di una;
  • la comunicazione, anteriormente all’inizio dei lavori, della notifica all’ASL e alla Direzione Provinciale del Lavoro, dove siano indicati tutti i dati riguardanti il cantiere, compresi i soggetti posti a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.

Lavori in quota

Trattando dei cantieri temporanei o mobili, il Testo Unico per la sicurezza sui luoghi di lavoro si sofferma ampiamente anche sul tema della prevenzione degli infortuni legati alle attività in quota, cioè tutte quelle che espongono il lavoratore al rischio di caduta da una altezza superiore a due metri (comprese le attività di scavo a profondità superiori a quella sopra indicata).

Tra le disposizioni di carattere generale, si prevede che nei cantieri dove vengono realizzati questo genere di lavori:

  • sia data priorità alle misure di protezione di tipo collettivo rispetto a quelle individuali;
  • sia prestata particolare attenzione alle dimensioni e all’ergonomia delle attrezzature di lavoro (funi, scale e ponteggi, che vengono descritti dettagliatamente anche in relazione alle caratteristiche tecniche che devono possedere, alle dimensioni, al posizionamento e ai requisiti di conformità minimi);
  • siano disposte idonee recinzioni che impediscano l’accesso ad estranei
  • venga impedito il transito sotto ponti sospesi, scale ed aree simili, attraverso l’impiego di barriere.

Tra gli obblighi del Datore di Lavoro rientrano anche il divieto di far assumere bevande alcoliche e superalcoliche e di far effettuare lavori temporanei in quota se le condizioni metereologiche sono avverse.

Anche per questa tipologia, come per tutti i tipi di lavori, viene sottolineato il ruolo imprescindibile della formazione e informazione dei lavoratori, dei preposti e dei dirigenti, in un tema delicato come quello della sicurezza sui cantieri di lavoro.

Per maggiori informazioni visitate il sito http://www.samasafety.it/, i loro consulenti formatori saranno ben lieti di rispondere a tutti i vostri quesiti.

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La ristrutturazione di un negozio

Luglio 14, 2017 By mirkonos_3ldh038b

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Articolo informativo

Oggigiorno, quando si parla di ristrutturazione di un negozio, non ci si riferisce più alla semplice sostituzione delle attrezzature e dei complementi d’arredo, ma ad un intervento che necessita di professionalità ed esperienza nell’ambito della progettazione e realizzazione di locali pubblici.

Foto articolo ristrutturazioni negozi

Il fine della ristrutturazione di un negozio si basa sull’applicazione dei moderni principi dell’interior design al fine di: rivalutare gli spazi, per renderli massimamente funzionali al servizio e alla clientela, attraverso l’aggiunta di pareti divisorie, la creazione o il riposizionamento di ambientazioni e illuminazione, l’aggiunta o la sottrazione di arredi; ampliare gli spazi, per fornire servizi aggiuntivi (come nel caso di una gastronomia che desidera fornire anche un servizio di tavola calda); rinnovare tessuti, rivestimenti, pavimenti, o rilanciando e rafforzando l’immagine cromatica già presente, oppure imprimendo un nuovo carattere all’arredo (controsoffitti in cartongesso, soluzioni illuminanti innovative, personalizzazione delle pareti, nuove tecniche di pavimentazione, sono tutti interventi che muovono in questa direzione); esaltazione o creazione di visibilità esterna, tramite l’allestimento di vetrine, terrazze, spazi all’aperto, che esercitano il loro fascino attrattivo solo se debitamente pensati e realizzati integrando l’immagine interna ed esterna del locale, abbinando sapientemente insegne grafiche, complementi come piante e fiori, aree di passaggio e delimitazione.

La ristrutturazione di un negozio: agevolazioni

È bene, quando si pensa alla ristrutturazione di un negozio, affidarsi ad una ditta specializzata, che possa coadiuvare non solo nella progettazione e realizzazione delle soluzioni d’arredo di cui sopra, ma anche fornire una consulenza finanziaria, atta a suggerire la formula d’investimento migliore per finanziare le spese e che sappia indicare le modalità per ottenere le agevolazioni per la ristrutturazione di un negozio che la legge prevede.

La maggior parte delle richieste di detrazione fiscale del 50% per ristrutturazione viene avanzata dai condomini: in questo caso la detrazione compete solo quando i lavori siano stati eseguiti su più unità abitative; tuttavia, nel caso di opere su parti comuni condominiali, della detrazione possono usufruire anche i proprietari e gli inquilini di negozi, uffici, laboratori situati nel palazzo, ma solo nel momento in cui la superficie residenziale sia maggiore della metà della superficie complessiva (quando invece gli spazi non residenziali sono preponderanti, la detrazione per gli interventi sulle parti comuni è godibile solo per le unità residenziali).

Dunque, chi possiede un negozio inserito in un condominio a prevalenza residenziale, sempre che sia un soggetto passivo Irpef e fermo restando le altre condizioni, può usufruire delle agevolazioni per la ristrutturazione di un negozio per le spese di manutenzione del prospetto dell’edificio, in relazione alla sua quota millesimale.

Per quanto concerne invece l’iva per la ristrutturazione di un negozio, non è prevista un’aliquota del 10%, come nel caso di operazioni di ristrutturazione di fabbricati per la civile abitazione, applicandosi piuttosto l’aliquota ordinaria.

In parole povere, le agevolazioni per la ristrutturazione di un negozio sono assai scarse, dal momento che il bonus sulle ristrutturazioni viene sostanzialmente limitato agli immobili destinati all’uso abitativo.

Tuttavia delle forme di agevolazioni per la ristrutturazione di un negozio esistono, e sono quelle ricomprese nell’eco-bonus al 65% sui lavori finalizzati al risparmio energetico, previste non solo per gli immobili residenziali, ma per “qualunque categoria catastale, anche se rurali, compresi quelli strumentali (per l’attività d’impresa o professionale)”.

Tradotto in parole povere questo significa che, anche imprese individuali e società che installino caldaie o infissi a risparmio energetico presso i loro locali, godono della detrazione di cui sopra.

Per preventivi e info compila il nostro form.

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Guide utili sulle ristrutturazioni

Cosa sono dei lavori chiavi in mano?

Rifacimenti chiavi in mano Milano

Ristrutturazione casa detrazione

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Il costo per il rifacimento dei pavimenti

Luglio 4, 2017 By mirkonos_3ldh038b

È arrivata alla nostra redazione una mail che recitava più o meno così:

“Vorrei cambiare in modo sostanziale la fisionomia del mio appartamento, ma non ho un budget tale da potermi permettere una ristrutturazione totale: cosa faccio?”

Il nostro consiglio è di rinnovare la pavimentazione: vi renderete conto sin da subito che anche senza spostare muri o tramezzi casa vostra si trasformerà.

Se siete interessati a conoscere i costi di questo tipo di intervento, che non richiede alcuna autorizzazione comunale né aggiornamento catastale, considerate che rimuovere un pavimento esistente con relativo sottofondo ha un’incidenza di costi e di tempi indubbiamente maggiore rispetto alla sovrapposizione di un nuovo pavimento a quello esistente, dal momento che in quest’ultimo caso non peserà il prezzo della demolizione.

Operatore che rimuove una pavimentazione

Volendo schematizzare:

La demolizione del pavimento e del sottostante massetto, con uno spessore fino a 10 cm, eseguita a mano o mezzi meccanici, compreso l’accatastamento, la movimentazione con qualsiasi mezzo delle macerie nel ambito del cantiere, abbassamento al piano di carico e tutti gli oneri per il trasporto in discarica controllata35€
La demolizione di solo pavimento, eseguita a mano o mezzi meccanici, compreso l’accatastamento, la movimentazione con qualsiasi mezzo delle macerie nel ambito del cantiere, abbassamento al piano di carico e tutti gli oneri per il trasporto in discarica controllata25€

La differenza consiste quindi sul ricomprendere o meno il massetto nell’intervento.

Entrando ulteriormente nel dettaglio:

  • Per rimuovere pavimenti interni in ceramica o di graniglia spessi fino a 2 centimetri il prezzo va da 7,50€ al MQ a 8,50 al MQ.
  • Per rimuovere pavimenti interni in materiale vinilico, linoleum o moquette, il prezzo va da 5€ al MQ a 5,75 al MQ.
  • Per rimuovere pavimenti interni in marmo o granito, il prezzo va da 12,50€ al MQ a 13,50€ al MQ.
  • Per rimuovere sottofondi di pavimenti in malta di cemento con spessore fino 9/10 centimetri, il prezzo va da 7,50€ al MQ a 8,50 € al Mq

Passando invece alle spese di ricostruzione delle pavimentazioni si spenderanno indicativamente dai 10€ al MQ ai 14€ al MQ, a cui poi andranno aggiunti i prezzi di stucco e piastrelle.

“Quale tipo di pavimenti installare?”: se è questo che ci state chiedendo, non possiamo dare risposta a questa domanda senza soffermarci sulle caratteristiche delle principali tipologie.

Pavimentazione esterna di pregio

Ad esempio, quelli in resina, vista la mancanza di giunti, fughe e commenti hanno un aspetto monolitico caratterizzato da fascino ed eleganza e danno l’illusione di un ambiente più grande; possono essere realizzati in una gamma di colore straordinariamente ampia; possiedono spessori contenuti, che permettono di intervenire anche in ambienti dalle altezze contenute; possono essere sovrapposti a tutti i tipi di pavimenti esistenti, tranne parquet; sono atossici, facili da pulire e igienici, etc.

I pavimenti in cotto hanno il pregio di dare calore a qualsiasi ambiente e di adattarsi a tutti gli stili di arredamento, di resistere al gelo, al calore e a tutti gli agenti atmosferici; tra i difetti la tendenza a macchiarsi con molta facilità (è bene quindi procedere con ripetute cerature); inoltre la posa richiede molta esperienza perché gli interstizi devono essere accuratamente riempiti di malta per evitare che vi si depositi la polvere; e i costi non risultano particolarmente economici.

Pavimento in cotto

Per quanto concerne il parquet, si tratta di una soluzione naturale, “vivo” e di grande effetto, tuttavia ogni essenza e tipologia presenta le proprie caratteristiche, e conseguentemente i propri difetti; esistono sia pavimentazioni in legno naturale (legno massello o prefinito), sia soluzioni che semplicemente ne riproducono l’effetto (laminato); il parquet in legno massello ad esempio presenta costi di produzione e posa piuttosto elevati, e necessita di cura e manutenzioni periodiche.

Parquet appartamento

Siete interessati a conoscere i costi di questi differenti materiali?

I pavimenti in resina hanno dei costi abbastanza accessibili che possono andare dai 40 ai 100 € a mq, che crescono anche in modo esponenziale se si vogliano realizzare lavorazioni artistiche.

Vorreste sapere quanto costa invece un pavimento in cotto? Per l’acquisto delle mattonelle mettete in conto una spesa fra i 15 e i 65 € al mq a cui si dovranno aggiungere 25 – 30 € al mq per la sua messa in posa.

Per quanto concerne il prezzo di un pavimento in parquet incidono chiaramente le tipologie (ad esempio listoni di lunghezze inferiori saranno meno dispendiosi di altri più lunghi) e il legname scelto: ai 20 – 50 € al mq se ne dovranno aggiungere altrettanti per la messa in posa.

È chiaro che il rifacimento della pavimentazione non risponde solo ad una questione estetica… e quindi: ogni quanto conviene mettere mano ai pavimenti?

Dipende dalle condizioni, dal grado di usura e dalla qualità dei pavimenti “originari” (quelli di prima scelta, più costosi, saranno però anche più duraturi, e maggiormente attuali, i quanto possano esserlo piastrelle da cantiere!).

Quindi, considerando che i lavori da eseguirsi per rinnovare il pavimento, comprenderanno:

  1. smontaggio di porte interne e della porta/portoncino esterno;
  2. rimozione e trasporto in discarica, della pavimentazione preesistente (nel caso si opti per questa soluzione);
  3. livellamento e ripristino del massetto di sottofondo, per procedere con la posa della nuova pavimentazione (successiva al caso, del punto precedente);
  4. posa della nuova pavimentazione;
  5. posa in opera del battiscopa lungo le pareti e stuccaggio della fuga dei pavimenti;
  6. rimontaggio delle porte interne e della porta/portoncino esterno

saranno necessarie circa 10 giorni per un appartamento di medie dimensioni.

Oltre ai soldi e al tempo, per assicurarsi la soddisfazione in merito al rifacimento delle pavimentazioni, è buona norma optare per professionisti di esperienza e qualità, onde evitare una posa non corretta, che potrebbe rappresentare un salasso, perché in quel caso bisognerebbe rimuovere e riposare, raddoppiando tutte le spese.

E quindi vogliamo chiudere con due consigli: il primo è di ordinare un 10% in più rispetto al quantitativo stabilito del materiale prescelto, in modo da avere una scorta disponibile per le emergenze; il secondo è di compilare il nostro form, in modo da garantirvi la risposta di tre aziende edili della vostra zona, che vi forniranno preventivi puntuali ed esaustivi in merito alla vostre richieste…

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Ristrutturazione Giardini

Gennaio 30, 2017 By mirkonos_3ldh038b

Si parla spesso di ristrutturazioni di ville o appartamenti condominiali, intese sia come rifacimenti tout court dell’abitazione che come semplici ammodernamenti ed efficientamenti di alcuni suoi spazi, ma assai raramente si affronta la questione del rinnovamento delle aree verdi, del riordino delle terrazze e della ristrutturazione dei giardini. Eppure quanti di noi desidererebbero avere degli spazi esterni di cui godere?

Ristrutturazione giardino di una villa

Vediamo quindi come affrontarne il rimaneggiamento, non limitandoci alla sola questione estetica (la disposizione degli elementi, il colore dell’erba, le siepi o le piante ornamentali), ma affrontando anche quella che riguarda la salute dei vari elementi (l’assenza di malattie, il controllo dei livelli di umidità, l’abbattimento degli infestanti, etc.).

Gli step essenziali nella ristrutturazione dei giardini

La ristrutturazione dei giardini si articola in tre momenti fondamentali: la fase progettuale, la fase di realizzazione, la fase di mantenimento.

Il primo di questi momenti consiste in uno studio di fattibilità, dove si cerca di far combaciare i propri gusti e bisogni con le variabili ambientali: se ad esempio il vostro giardino è per la maggior parte in ombra, inutile insistere con la considerazione che amate i girasoli, perché questi necessitano di un caldo quasi afoso, tipico delle estati mediterranee, e di un’esposizione diretta al sole.
La fase della progettazione consiste proprio nello studio degli spazi, nella migliore collocazione possibile di siepi e piante che si sposino col clima del luogo, alla riflessione sull’eventuale presenza di animali domestici, alla pianificazione dell’impianto d’illuminazione e di quello dell’acqua.

A proposito di quest’ultimo aspetto, sarà necessario prendere le misure, segnare gli eventuali ostacoli, e collocare gli irrigatori (a lungo raggio per spazi di grandi dimensioni, a corto raggio per giardini non particolarmente ampi). È possibile inoltre optare per un impianto superficiale (un tubo forato che rilascia lentamente piccole gocce d’acqua, adatto per gli orti ma non per manti erbosi abbastanza estesi); un impianto interrato (che bagna dall’alto con un effetto simil pioggia, ed è costituito da bocchette nascoste che, azionato l’impianto, emergono dal terreno e iniziano a pompare); e sistemi di sub-irrigazione (che bagnano giardino e piante direttamente nel terreno all’altezza delle radici).

Giardino ristrutturato a nuovo

Quando scegliete di affidarvi ad una ditta specializzata in ristrutturazione di giardini assicuratevi che di questa prima fase vi vengano forniti degli elaborati grafici planimetrici (per una visione d’insieme del progetto) e schizzi a mano libera o simulazioni virtuali di scorci significativi (per approcciare con lo stile del progettista), anche molteplici, che sintetizzino le varie proposte avanzate.
Alla fase della progettazione generale segue quella del progetto esecutivo, nel momento in cui tra le diverse opzioni se ne sia selezionata una, della quale verranno realizzati tavole, planimetrie, disegni riguardanti: opere edili (muretti, pavimentazioni, pergolati); sistemazione del verde; schemi degli impianti; tipologia degli elementi d’arredo; capitolato per le ditte esecutrici; e infine computo metrico estimativo (che fornisce una previsione delle spese che saranno necessarie per la ristrutturazione del giardino).

Assicurarsi una ditta specializzata (come lo studio Giordani) significa anche godere di figure professionali che seguiranno tutta la fase successiva, quella dell’esecuzione dei lavori, che prevede chiaramente la preparazione del terreno, la posa degli impianti, la realizzazione delle opere murarie e architettoniche, la scelta delle piante nei vivai, la loro collocazione. Ma significa pure garantirsi un’assistenza post-realizzazione, dal momento che gli specialisti forniscono anche istruzioni fondamentali per la manutenzione e garantiscono visite periodiche.

In cosa consiste la ristrutturazione dei giardini

“Quando si chiede alle persone fortemente stressate di immaginare una scena rilassante, nessuno immagina una autostrada o centro commerciale. Piuttosto, emergono sempre immagini del deserto, delle foreste, dei paesaggi marini e dei cieli stellati” Theodore Roszak: tanto basta per capire quanto avere un giardino sia un valore aggiunto inestimabile.

Occuparsi della ristrutturazione dei giardini significa creare uno spazio intimo e accogliente dove potersi sedere, pranzare, conversare, rilassarsi, divertirsi: per tale motivo è necessario prevedere un arredo composto da tavoli e sedie, panche e cuscini, sistemi di ombreggiamento (gazebi, pergolati, tende o vele). Significa delineare vialetti e percorsi che definiscono gli spazi e ne costituiscono le trame, adoperando materiali semplici e naturali, come la sabbia e il ghiaietto, o raffinati, come ciottoli, pietra, terracotta, legno. Significa concentrarsi sulla luce, elemento irrinunciabile che va attentamente calibrato e posizionato per evocare atmosfere emozionanti e suggestive.

Ristrutturazione giardini: ecobonus e sgravi fiscali

Anche per la ristrutturazione dei giardini la legge di stabilità 2017 prevede sgravi fiscali: il soggetto potrà beneficiare di una detrazione fino ad un massimo di 20 mila euro, ma solo nel caso in cui: metta a dimora nuove piante e arbusti; realizzi un prato privato o condominiale dove prima c’era un lastricato di cemento; recuperi giardini di interesse storico o artistico (a patto che si tratti, come per i due casi precedenti, di giardini privati e non luoghi pubblici).

Tuttavia, dal momento la copertura finanziaria ammonta complessivamente a 80 milioni di euro, si rischia che molte domande restino “inevase”, a dimostrazione di quanto, purtroppo, l’Italia sia ancora poco sensibile alla questione del verde urbano.

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Ristrutturazioni balconi

Gennaio 18, 2017 By mirkonos_3ldh038b

Ristrutturazione Milano: i balconi, che assolvono sia la funzione di affaccio e veduta, sia di elemento decorativo ed estetico dello stabile, si compongono di piano di calpestio, soletta, frontalino, sottobalcone, intradossi, etc., ma rappresentano elementi accidentali e non portanti della struttura del fabbricato.

Questa duplice funzione determina anche conseguenze dal punto di vista della ripartizione delle spese in caso di interventi di ristrutturazione dei balconi, in relazione alla tipologia degli stessi, che possono essere “aggettanti” (ovvero sporgenti rispetto al fronte facciata), “incassati” (che non sporgono rispetto ai muri perimetrali), a castello (tipici di edifici degli anni ’50 e ’60, risultano inseriti nel perimetro dei muri portanti), ballatoi a cielo aperto (tipici della tipologia residenziale “a corte”, servono come spazi comuni per accedere alle diverse stanze delle unità abitative).

Balconi ristrutturati a nuovo

Ora, nel caso di balconi aggettanti, essi costituiscono un prolungamento dell’appartamento, e dunque appartengono in via esclusiva al proprietario: non trattandosi di struttura indispensabile per l’esistenza dei piani sovrastanti, non svolgono una funzione portante e quindi non costituiscono parti comuni.
I balconi “incassati”, non sporgendo rispetto ai muri perimetrali dell’edificio, costituiscono invece prolungamento del solaio e, pertanto, svolgono funzioni di separazione, copertura e sostegno dei diversi piani del condominio: in questo caso le spese per la ristrutturazione dei balconi vanno ripartite tra i proprietari degli appartamenti che vengono serviti da tale solaio sia come piano di calpestio che come soffitto.

Quando invece si affronta una ristrutturazione della facciata dei balconi, trattandosi di proprietà comune e incidendo sul decoro architettonico dello stabile, i costi sono sempre da spartirsi.
Dunque, in base alla duplice funzione individuale/collettiva dei balconi, si stabilisce che competono al proprietario dell’appartamento le spese relative al piano di calpestio o alla parte interna dei parapetti, mentre spettano al condominio i costi che attengono gli aspetti estetici.
Si pensi, a tal proposito, alle realizzazioni in vetro o in ceramica applicate alle balaustre, o alle ringhiere, o ai cementi decorativi: questi possono ritenersi di proprietà comune dell’intero condominio, e non del singolo proprietario, qualora siano stati originariamente previsti nel progetto di realizzazione dello stabile in questione.
Detto quindi in termini spicci: nel caso di ristrutturazione dei balconi aggettante le spese per la manutenzione graveranno solo sul proprietario dell’appartamento del quale il balcone costituisce prolungamento, mentre le spese per gli elementi decorativi verranno divise tra tutti i condomini.
Quanto agli usi, la legge ha stabilito che il proprietario dell’appartamento del piano inferiore, che pure avrà diritto al risarcimento per gli eventuali danni causati dal proprietario del balcone soprastante, dovrà però ottenere il consenso dello stesso per poter applicare tende da sole o altri elementi nella parte inferiore della soletta.
Obbligo che invece non sussiste nel caso di balconi incassati, nei quali la soletta è di proprietà comune a entrambi. Per quanto concerne il criterio di ripartizione delle spese per la ristrutturazione dei balconi resta a carico del proprietario del piano superiore la copertura del pavimento e a carico del proprietario del piano inferiore l’intonaco, la tinta e la decorazione del soffitto”.

Ristrutturazione della facciata dei balconi condominiali

La facciata è l’insieme delle linee architettoniche e delle strutture ornamentali che connotano l’edificio, rappresenta il suo involucro esterno, per il quale vige il divieto di alterarne il decoro estetico.

Fanno notoriamente parte della facciata elementi come cornicioni o marcapiano, colonnine, fregi, stucchi, mensole, etc.

Ristrutturazione totale facciata di un condominio

Per quanto concerne la giurisprudenza, la facciata e i suoi elementi costituiscono parte comune dell’edificio condominiale, al pari dei muri maestri.

E i balconi che compongono una facciata?
La legge ritiene che essi siano elementi accidentali esclusi dalla proprietà comune anche se inseriti nella facciata: tuttavia, la realtà delle cose è abbastanza diversa, per cui oggi giorno si ritiene, più correttamente, che gli elementi decorativi del balcone costituiscono parti comuni.

Qual è la conseguenza pratica di tale nuovo orientamento giurisprudenziale?
Che, nel caso di ristrutturazione della facciata dei balconi, la spesa ricade su tutti i condomini.

Le spese necessarie per la manutenzione e ristrutturazione dei balconi e delle facciata dei balconi vanno ripartite in base ai millesimi di proprietà, anche tra i possessori delle autorimesse o dei box interni all’edificio (regola che non vige invece nel caso in cui questi siano collocati in corpi di fabbrica separati).

Finora abbiamo chiarito le tipologie di balconi esistenti, e cosa prevede la legge in merito alla ripartizione delle spese per la ristrutturazione dei balconi e delle loro facciate nel caso in cui si viva in condominio.

Ma per quale motivo ristrutturare?

Perché il tempo degrada, e quindi in media ogni venti anni degli esperti dovrebbero procedere alla tinteggiatura, intonacatura, e appunto alla ristrutturazione dei balconi che, fortemente esposti agli agenti atmosferici, sono soggetti a ossidazione delle parti in acciaio, aumento del proprio volume per effetto della ruggine, pressione interna sul calcestruzzo e sulle malte di rivestimento con conseguente distacco di queste, rischiando addirittura di diventare pericolosi.

A provocare il degrado maggiore sono le infiltrazioni d’acqua: se centrali o a ridosso del muro verticale dello stabile, i danni si evincono sotto forma di macchie della tinteggiatura e, nel tempo, di disfacimento o distacco dell’intonaco dall’intradosso; se invece l’infiltrazione avviene in prossimità del perimetro esterno, potrebbe determinare il pericoloso distacco di parti del frontalino.
Ecco perché sarebbe meglio prevedere una manutenzione assidua e una ristrutturazione dei balconi “preventiva”, piuttosto che ricorrere a interventi di urgenza, che risulteranno anche più radicali e costosi, spesso necessitanti di piattaforme aeree, quando “basterebbe” procedere alla pulizia del ferro arrugginito e all’applicazione di un prodotto anti-ossidante, al rinzaffo con intonaci premiscelati tixsotropici e fibro-armati, alla finitura con rasante premiscelato e alla tinteggiatura.
Chiaro però che se i danni sono stati provocati ad un’infiltrazione, non si dovrà agire solo sugli effetti, ma anche sulle cause, magari con il rifacimento della impermeabilizzazione e della pavimentazione, altrimenti, nel giro di poco, ci si ritroverà nella medesima situazione!

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